mercoledì 11 agosto 2010

Un giallo siculo

Domizia Yankov: Il lago di Venere, Fazi
Agosto 1993. Il caldo torrido, le giornate interminabili e un vento di scirocco fanno da sfondo alla sparizione di un giornalista milanese nell'isola di Pantelleria. Sulla sua scomparsa indaga Martin Mandara, un disilluso poliziotto dell'antimafia. Un anno dopo l'uccisione di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, la furia della mafia sembra estendersi a tutto il Paese. Da maggio a luglio a Roma, Firenze, Milano esplodono bombe che hanno come misterioso obiettivo opere d'arte e monumenti. È tutto parte di un progetto eversivo dai contorni oscuri, che non può essere soltanto frutto di strategie mafiose. Sicilia come metafora, scriveva Sciascia. E in questo romanzo d'esordio, Domizia Yankov ricorre spesso al linguaggio simbolico per cercare di dare una risposta ai tanti enigmi irrisolti di quel tragico periodo. Difficile collocare entro i confini di un genere letterario la materia incandescente di questo libro. Realistico e insieme visionario, il racconto attraversa l'orrore delle stragi e l'eco degli scandali di quel difficile anno, gli eventi politici e i destini privati che si intrecciano tra mafia e Stato. Ad alleggerire la carica di realismo, l'autrice riprende con linguaggio divertito gli schemi del giallo classico, da Chandler a Simenon, da P.D. James a Patricia Cornwell, senza però intaccare la credibilità della storia.

IL THRILLER ANTIMAFIA APPRODA A PANTELLERIA
SANTA DI SALVO, MATTINO del 10/8/2010 a pag. 19

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